Vitigno: aglianico.
Vendemmia: prima decade di ottobre.
Vinificazione: in acciaio con macerazione di un paio di giorni. Malolattica in acciaio.
Maturazione: in carati o tonneaux di rovere francese (già impiegati in più passaggi) posti in grotte naturali di tufo vulcanico.
Esame organolettico:
Colore: Rosa ciliegia intenso.
Profumo: frutti rossi (ciliegia, lampone, mora, mirtillo e melograno), rosa, violetta, ciclamino e vaniglia.
Sapore: ingresso morbido, fresco, sapido con finale di ciliegia, lampone e melograno.
Abbinamento: carni e pesce arrostito, formaggi di media stagionatura, zuppe e pizza.
Temperatura di Servizio: 12-16°C, servire fresco o a temperatura ambiente a seconda della portata.
Formato: 75 cl.
Che l’aglianico fosse anticamente apprezzato anche nella versione “più scarica” vi è più di una testimonianza. Andrea Bacci, nella Storia Naturale dei Vini (1596), parla, infatti, a proposito dell’aglianico anche di “… uve che non sono così nere … e di un succo di consistenza mediana.”. Anche Lancerio (storico e geografo del XVI secolo, bottigliere di Papa Paolo III Farnese, attento degustatore), sempre a proposito dell’aglianico scrive “… Tali vini sono anco carichi di colore, e ne sono delli discarichi molto migliori e più pastosi … Di tali vini S.S. bevevo molto volentieri e dicevali bevanda delli vecchi, rispetto alla pienezza”. L’aglianico è, dunque, un vitigno eclettico che ben si presta a diverse lavorazioni. Il rosato di aglianico è una chiave di lettura diversa di questo importante vitigno e si presenta come un vino estremamente interessante e particolare per la sua spiccata personalità.
Note: Contiene Solfiti
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